Sempre più proprietari scelgono di prendersi cura del proprio cavallo quando diventa anziano. Un impegno importante ma dovuto verso chi ci ha dato tanto in gioventù. Le esigenze del cavallo però cambiano negli anni e per prendersi cura di lui al meglio quando diventa anziano è bene avere qualche accortezza.

I sintomi tipici che il cavallo sta invecchiando sono perdita di peso e massa muscolare e ciò accade spesso durante l’autunno / inverno, quando la temperatura scende e la quantità di erba non è più sufficiente. Ciò giustamente allarma molti proprietari, ma quali cambiamenti stanno avvenendo nel nostro cavallo?

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 I DENTI

I denti del cavallo crescono per tutta la vita, ma quando il cavallo ha circa 20 anni (anche prima in alcuni soggetti!) i denti iniziano a consumarsi e il rischio di problemi dentali aumenta. Quando ciò accade è molto soggettivo, ma poiché i cambiamenti nella funzione dei denti possono verificarsi rapidamente, si consiglia di far esaminare i denti al cavallo più anziano due volte all’anno. Può instaurarsi una “parodontite”, patologia in cui il cavallo inizierà a perdere i denti, questa è molto dolorosa per l’animale per cui, se si nota la perdita di un dente, è bene chiamare subito il dentista per gestire la situazione. Un cavallo che perde alcuni denti generalmente potrà continuare ad alimentarsi bene in modo autonomo ma sarà il caso di avere qualche attenzione in più. Continua a leggere per scoprire dei prodotti adatti!

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LA TERMOREGOLAZIONE

La termoregolazione è la capacità di regolare la temperatura del corpo in caso di cambiamenti ambientali, ad esempio durante estati calde o inverni freddi. Questa capacità può diminuire con l’invecchiamento del cavallo. È molto individuale quanto sia buona la termoregolazione del cavallo, quindi ogni animale va valutato singolarmente. In estate è importante che il cavallo abbia accesso all’ombra nelle giornate calde e ad acqua fresca, d’inverno si può valutare l’utilizzo di una coperta nei mesi particolarmente freddi per proteggerlo dall’aria e dalla pioggia. In ogni caso il cavallo (anziano e non!) deve sempre avere a disposizione un riparo asciutto!

MALATTIE

Con l’invecchiamento purtroppo aumenta il rischio di varie malattie, come insufficienza epatica / renale e morbo di Cushing. Nel morbo di Cushing viene distrutta la regolazione dei segnali dal cervello alle ghiandole surrenali, per cui la struttura adiposa e muscolare, il sistema immunitario e il metabolismo del cavallo ne sono influenzati. Gli effetti a lungo termine sul metabolismo possono aumentare il rischio di comorbidità con patologie come la Sindrome metabolica equina (EMS). I problemi metabolici avranno un effetto negativo sulla capacità del corpo di utilizzare il mangime e potrebbero essere una causa diretta della perdita di peso del cavallo, durante il cambio di stagione il cavallo faticherà a perdere il pelo vecchio e sarà sempre più suscettibile ad infezioni. Un cavallo con il morbo di Cushing deve seguire un’alimentazione specifica: guarda qui i prodotti disponibili.

Ma quindi come alimentare al meglio il cavallo anziano?

FIENO: Il fieno deve sempre rimanere la base dell’alimentazione: dovrebbe essere facile da masticare, facilmente digeribile e di alta qualità. Scegliamo possibilmente fieni di primo taglio, più ricchi di nutrienti. 

Oltre al fieno è una buona idea integrare la dieta con altre fonti di fibre, come la barbabietola o il fieno pellettone: in questo modo al cavallo vengono fornite fibre facilmente digeribili e facili da masticare. Inoltre, possiamo utilizzare piccole quantità di erba medica ma non si dovrebbe esagerare con questo prodotto in quanto ha un alto contenuto di proteine ​​e calcio, che possono affaticare il fegato e i reni. Se il cavallo non è in grado di masticare il fieno per problemi dentali possiamo utilizzare pellet verdi ammollati in acqua e fieno pellettone inumidito e spezzettato. Guarda tramite i link i prodotti dedicati!

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MANGIME: Per quel che riguarda il mangime più adatto invece dipende dalle condizioni del cavallo ma anche dal livello di lavoro, in ogni caso dai 18 anni in su può essere una buona abitudine utilizzare un mangime per cavalli senior, da dosare e integrare a seconda del lavoro svolto. E’ importante che il mangime sia facilmente digeribile, per cui scegliamo mangimi con cereali trattati termicamente ed un giusto livello di proteina. Limitiamo anche la quantità di amido e privilegiamo le fibre. Anche in questo caso possiamo ammorbidire il mangime con un po’ di acqua. Un valido alleato in caso di perdita di peso e problemi masticatori è la barbabietola: reidratata con acqua ha una consistenza semiliquida e apporta un’ottima dose di fibra, la possiamo somministrare anche tutti i giorni associata al mangime se necessario. Un altro consiglio per cavalli con problemi masticatori è utilizzare il pastone almeno 3 volte a settimana: è un alimento molto gradito, morbido e dalle mille proprietà!

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OLII: un buon prodotto da somministrare per aggiungere delle calorie extra può essere l’olio. Parliamo di olio di mais o di soia, un cavallo di 500 kg può arrivare fino a 2-3 dl / giorno in 2/3 pasti abituandosi gradualmente. I cavalli con funzionalità epatica compromessa non devono assumere olio nel mangime.

INTEGRATORI: ormai esistono in commercio integratori per ogni esigenza e molti di questi possono essere utili per il cavallo anziano.

Nei cambi di stagione è una buona abitudine sostenere il sistema immunitario con prodotti appositi, periodicamente possiamo fare cicli di integratori per mantenere sano l’intestino e garantire così una buona digestione e assimilazione del cibo e in inverno possiamo utilizzare prodotti per aiutare le articolazioni. E’ bene valutare l’utilizzo degli integratori in base alle esigenze specifiche di ogni soggetto.

Il mondo degli integratori è davvero ampio, a breve uscirà una giuda interamente dedicata!

ACQUA: è importante che il cavallo si idrati correttamente. Se d’estate notiamo una sudorazione eccessiva possiamo integrare con degli elettroliti. Per i cavalli con problemi dentali può essere utile utilizzare acqua tiepida.

Attenzione però se la sete diventa eccessiva: può essere il primo sintomo della malattia di Cushing o di ridotta funzionalità renale.

Questo articolo vuole dare a tutti i proprietari dei consigli pratici per aiutare i propri cavalli anziani, clikka sui link per vedere tutti i prodotti. Se hai qualche dubbio o desideri un approfondimento non esitare a contattarci telefonicamente o via mail.

Vogliamo essere particolarmente vicini a chi sceglie di tenere con se il proprio cavallo anziano e per questo ti offriamo un buono sconto del 10% (utilizzabile per tutto il mese di aprile) sui prodotti linkati in questo articolo! Come richiederlo?

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Da qualche giorno anche in Italia c’è un vero e proprio allarme a causa di EHV-1, il virus della Rinopolmonite equina. Questo virus non è sconosciuto alla cronaca, infatti già da anni è presente in Europa e i veterinari raccomandano la vaccinazione. Nelle ultime settimane i casi sono stati numerosi, portando anche al decesso di alcuni cavalli in Spagna, casi che hanno portato diversi atleti connazionali a rientrare in Italia da competizioni come l’Equestrian Tour di Oliva Nova che si stava disputando proprio in Spagna in questi giorni. La FEI ha prontamente sospeso tutte le competizioni per oltre un mese, seguita a ruota dalla FISE. Competizioni bloccate quindi anche nel nostro paese ma solo fino al 7 marzo, poi si valuterà nuovamente lo stato dell’emergenza.

Sospendere competizioni e trasferte non basta per tutelare i nostri cavalli, scopriamo di più su questo virus e su come proteggere i nostri compagni:

IL VIRUS: EHV-1, virus della Rinopolmonite equina, esiste in 4 ceppi, di cui proprio il primo risulta essere il più virulento. L’apparato più colpito è quello respiratorio ma potrebbero verificarsi anche dei sintomi neurologici.

CONTAGIO: il Virus della Rinopolmonite equina è molto contagioso e si può trasmettere per via aerea, per contatto diretto fra cavalli, ma anche tramite superfici contaminate: attenzione quindi a tutti gli oggetti che possono entrare in contatto con i cavalli come finimenti, materiale per grooming, ma anche secchi e coperte. Consideriamo che anche noi stessi ed i nostri vestiti entriamo in contatto con i cavalli, attenzione dunque se abbiamo fatto visita in una scuderia con casi di EHV-1.

SINTOMI: dopo un periodo di incubazione generalmente compaiono sintomi come febbre, debolezza, inappetenza ma anche manifestazioni respiratorie come tosse, scolo dal naso e febbre. Possono comparire anche sintomi neurologici che possono portare in alcuni casi ad atassia, una patologia grave e permanente. Se notiamo questi sintomi nel nostro cavallo o abbiamo dei dubbi contattiamo subito il veterinario che potrà fare una diagnosi tramite tampone o test sierologico.

TRATTAMENTO DELLA MALATTIA: una volta accertato che il cavallo è affetto da EHV-1 la prima cosa da fare è isolarlo: nessun contatto con altri cavalli, nessuno spazio condiviso (nemmeno il paddok), capezza secchi e utensili interamente dedicati. Non esiste un farmaco mirato contro la Rinopolmonite equina ma il veterinario potrà prescrivere antipiretici per la febbre e medicinali per alleviare i sintomi respiratori.

IL VACCINO: l’unica arma che abbiamo a disposizione contro questo virus è un vaccino, va somministrata una prima dose e successivamente un richiamo dopo 1 mese. Questo vaccino andrebbe rinnovato ogni 6 mesi ma alcuni veterinari in questo periodo suggeriscono di rinnovarlo ogni 3 mesi. Consultate il vostro veterinario di fiducia.

In questo momento di emergenza già funestato dal Covid il mondo dell’equitazione si trova a dover fronteggiare questa ulteriore sfida, raccomandiamo a tutti la massima prudenza e invitiamo chi è rientrato dall’estero con i propri cavalli e non ha ancora svolto i dovuti controlli a segnalare la situazione.

Approfittiamo di questo momento di stop dalle competizioni per goderci la compagnia dei nostri cavalli e per rilassarci con loro, sperando di poter tornare presto a gareggiare!

L’alimentazione ottimale della fattrice da riproduzione è importante per dare alla cavalla le migliori basi per una gravidanza sana e un giusto sviluppo del puledro.

Un’alimentazione impropria può avere un impatto negativo sul calore, sulla gravidanza e sulla qualità / produzione del latte e ciò può portare anche a problemi per lo sviluppo del puledro ovviamente. E’ importante quindi scegliere un mangime che sia formulato appositamente per supportare i cambiamenti che si verificano durante la gravidanza e la lattazione.

La cavalla entra in genere in calore nei mesi primaverili ed estivi, a causa della maggiore lunghezza del giorno e della temperatura più alta, il ciclo del calore dura 3 settimane, ma i segni del calore sono più evidenti per solo 5-6 giorni. In questa fase la mancanza di nutrienti come proteine e vitamina E può avere un effetto negativo sull’ovulazione. La carenza di proteine ​​e soprattutto di aminoacidi essenziali (come lisina e metionina) può portare alla mancanza di ovulazione, questa carenza si può verificare se il foraggio non ha un livello proteico sufficiente e viene affiancato da mangimi “poveri”. L’erba medica può essere un buon alimento da utilizzare in questo periodo in quanto ha un alto contenuto di proteine ​​e lisina. Il beta-carotene e la vitamina E hanno entrambi un’influenza su ovulazione e calore, entrambe le vitamine sono liposolubili e possono accumularsi nel tessuto adiposo e negli organi quindi è importante dosare correttamente questi elementi e non esagerare! Se la fattrice non ha a disposizione erba fresca, ricca per sua natura di vitamine, potrebbe essere necessario utilizzare un integratore ad ampio spettro di vitamine e sali minerali.

Alcuni alimenti adatti in questo periodo possono essere Brogaarden Lucerne Mix Hartog Lucerne Mix , polpa di barbabietola e mangimi come Optimal 1 Growth Balancer.

Durante la gravidanza:

La gestazione della cavalla dura 11 mesi. Il puledro ha un peso di circa 22 kg a 8 mesi e arriva a pesare fino a 50-55 kg a 11 mesi.

Durante gli ultimi 3 mesi (9-11 mesi) di gravidanza, il puledrino cresce velocemente, il che aumenta il fabbisogno di proteine, vitamine e minerali della cavalla, in particolare calcio e fosforo. Anche il fabbisogno energetico (calorie) è generalmente in aumento negli ultimi 3 mesi (un mangime ideale per questo periodo è Stutengold di Muhldorfer!). La necessità di proteine ​​aumenta di circa il 40%, per calcio e fosforo il fabbisogno aumenta di circa 50-60%. Diversi studi suggeriscono che la mancanza di sostanze nutritive nell’ultima parte della gravidanza può aumentare il rischio di problemi di crescita nel puledro.

Esistono molte vitamine e minerali diversi che influenzano lo sviluppo del puledro: per lo sviluppo delle ossa, è necessario prestare particolare attenzione ai minerali calcio (Ca), fosforo (P), rame (Cu) e zinco (Zn). Il calcio e il fosforo costituiscono una grande componente delle ossa e la mancanza di uno di questi aumenterà il rischio di problemi di crescita. Il rapporto Ca: P dovrebbe essere di circa 1,5-2: 1.  Il rapporto tra zinco e rame invece dovrebbe essere 3-5: 1. Il rapporto dei minerali è importante poiché ne influenza l’assorbimento.

E’ importante sapere che una insufficiente dose di rame e zinco per la cavalla possono causare al puledro delle carenze alla nascita, poiché il latte della madre contiene solo quantità relativamente piccole di questi elementi e il puledrino dipenderà dai depositi accumulati nello stato fetale fino a quando non potrà assorbire minerali da fonti alimentari diverse dal latte. Nell’ultima fase della gravidanza il puledro sarà molto ingombrante e ciò può influenzare l’appetito della cavalla, è importante controllare che si nutra sempre adeguatamente senza però cadere nell’obesità: obesità ma anche eccessiva magrezza possono inibire la produzione del latte e di colostro.

La lattazione:

Una volta che la cavalla ha partorito, il suo fabbisogno di energia e di nutrienti aumenta, in particolare parliamo sempre di proteine, calcio e fosforo. La produzione di latte raggiunge il picco dopo circa. 2-3 mesi poi calerà gradualmente. Il colostro invece viene prodotto nell’ultimo mese di gravidanza ed ha un contenuto energetico e proteico più elevato rispetto al latte prodotto durante il resto dell’allattamento. L’alto contenuto di proteine ​​è dovuto all’alto contenuto di anticorpi. Lo scopo del colostro infatti è in parte quello di fornire anticorpi al puledro e in parte di fornire un’alta quantità di energia. 

Diversi studi hanno dimostrato che il contenuto degli anticorpi nel colostro si riduce se la cavalla viene alimentata con grandi quantità di grano o fibra indigeribile (presente per esempio nella paglia). Il puledro nasce senza anticorpi, poiché essi gli vengono trasferiti solo in bassa quantità durante la vita fetale. È quindi importante che il puledro riceva una quantità sufficiente di colostro entro le prime 6-12 ore, poiché la capacità di assorbire gli anticorpi diminuisce rapidamente in seguito. Se la cavalla non produce abbastanza colostro, ad es. a causa dell’obesità, il puledro sarà più suscettibile alle malattie dovute all’indebolimento del sistema immunitario.

Quando il puledro ha circa 2-3 settimane, spesso inizia a mostrare interesse per il cibo solido. A questo punto è importante utilizzare un mangime adatto ai puledri come Starter puledri optima Plus di Muhldorfer o Optimal Stud Advancer N2 di Brogaarden. Il puledro così si abituerà ad assumere cibo solido e sarà pronto quando la produzione del latte inizierà a calare. Per l’autunno, il puledro può lentamente abituarsi a un’alimentazione specifica per puledri svezzati come Ottimale 2 – Stud Advancer.

Questo piccolo articolo vuole fornire delle indicazioni su come aiutare la tua cavalla in una fase così delicata della sua vita, se desideri altre informazioni non esitare a contattarci o lasciaci un commento! Nel nostro store puoi trovare tutti i prodotti necessari per la tua fattrice, dai mangimi agli integratori.

La maggior parte dei proprietari di cavalli si avvicina al mondo dell’equitazione tramite il maneggio tradizionale ed impara così a gestire il cavallo in modo “classico”.

Il cavallo vive costantemente scuderizzato tranne quando viene montato, passa quindi fuori dal box qualche ora al giorno, a volte nemmeno quelle. I contatti con i suoi simili sono molto limitati e forse potrà passare qualche mezza giornata in paddock ma rigorosamente nella bella stagione. Mangia ad orari regolari tre volte al giorno porzioni che molto spesso sono standard per tutta la scuderia. Insomma tutto è studiato per il suo bene e la sua salute… o forse più per la comodità umana?

Siamo sicuri che questo grosso erbivoro che in natura vivrebbe in branco mangiando continuamente e spostandosi per kilometri sia contento della vita che gli facciamo fare?

Ad oggi una gestione più “naturale” è riservata perlopiù a cavalli anziani/infortunati che vengono “messi al prato” perché non sono più utili al lavoro e per i quali si cerca soprattutto una sistemazione più economica. Non di rado però in questo modo l’animale viene un po’ abbandonato a se stesso in posti privi di strutture adeguate, senza stimoli e talvolta anche senza compagnia. Questo spazio in cui dovrebbero ritrovare la loro “liberta’“ nella brutta stagione si trasforma in una misera pozza fangosa e nei ricoveri quasi mai c’è una lettiera a creare un comodo giaciglio.               

Fortunatamente sempre più persone cominciano ad avere a cuore il benessere del proprio cavallo e iniziano a cercare valide alternative.

Per capire come garantire al meglio una gestione naturale al cavallo ho intervistato Corinna Grivet, pioniera della STALLA ATTIVA in Italia. Leggete l’intervista e si aprirà per voi un mondo nuovo!

Corinna, vuole parlarci della sua esperienza equestre?

Ho iniziato a montare quando avevo 6 anni ed ho sempre svolto competizioni di salto ostacoli come amatore. Frequentavo i maneggi classici ma fin da subito ho capito che non avrei mai voluto tenere i miei animali chiusi in box perché non era una vita corretta per loro. Oggi sono un medico veterinario, mi occupo di cani e gatti, ed ho creato nella mia cascina la STALLA ATTIVA dove vivono attualmente 12 cavalli miei e di altri proprietari.

Da dove è arrivata l’idea della STALLA ATTIVA? E’ una cosa molto innovativa in Italia.

Inizialmente avevo portato i miei cavalli a casa ma subivo tutte quelle problematiche tipiche della situazione: tanto fango in inverno, ragadi, mosche in estate, gestire l’alimentazione e le lettiere era complicato. Ho provato ad apportare delle migliorie ma la vera svolta è arrivata nel 2011 quando grazie al web ho scoperto la stalla attiva. Le stalle attive sono presenti in Germania già da 25 anni, è un concept dove si vuole garantire al cavallo una vita in branco rispettosa della sua natura ma con tutte le attenzioni del cavallo scuderizzato.

 I cavalli vivono in branco liberi di girare nella struttura giorno e notte, è una vita adatta anche a soggetti in lavoro che grazie al continuo movimento non perdono condizione e sono molto più sereni e disponibili. E’ comodo anche per i proprietari che non devono avere l’ansia di essere sempre presenti in scuderia per muovere il cavallo, fattore importante per chi lavora. Inizialmente può intimorire, ma nessun proprietario è mai voluto tornare indietro, provare per credere!

La stalla attiva ma anche gli stessi paddock sono ancora poco “popolari” in Italia, come mai secondo lei?

Perché i circoli ippici non hanno convenienza a proporre una gestione del genere, il box è molto più semplice! I maneggi si adegueranno solo quando i proprietari saranno consapevoli e pretenderanno il benessere animale. Le persone alle prime armi si convincono facilmente che il cavallo stia meglio in box, basta fargli vedere qualche sgroppata la prima volta che il cavallo esce in paddock o il cavallo in attesa alla porta. Bisognerebbe invece spiegare correttamente il perché di questi comportamenti ai proprietari e non bollarli con un semplice “vedi che si fa male? Vuole rientrare, sta meglio dentro!”. Fortunatamente grazie al web molte persone stanno diventando più consapevoli. Le cose cambieranno solo quando saranno i proprietari a pretendere, anche chi svolge agonismo.

Può spiegarci meglio in cosa consiste la stalla attiva e come è organizzata?

La stalla attiva è un’idea che nasce per garantire tre esigenze primordiali dei cavalli, mantenendo nel contempo gli alti standard di supervisione, pulizia e cura tipici delle scuderie classiche.

1) VITA IN MOVIMENTO ALL’ARIA APERTA                                

2) VITA IN BRANCO, FAVORENDO AL MASSIMO LA SOCIALIZZAZIONE                             

3) ALIMENTAZIONE DISTRIBUITA LUNGO TUTTO L’ARCO DELLE 24 ORE, RAZIONATA E PERSONALIZZATA

La mia struttura si estende per circa 1 ettaro e nulla è lasciato al caso: i terreni sono drenanti così da non diventare fangosi (i cavalli amano rotolarsi nel fango, non viverci!), sono presenti diverse capanne e ricoveri con tettoie con diverse uscite di sicurezza, per permettere a tutti i cavalli di entrarci in modo sicuro e di avere sempre una via di fuga. Il tutto è studiato in modo “circolare” per evitare cul de sac che potrebbero diventare pericolosi. I terreni sono diversificati. Oltre alla normale terra troviamo pavimentazioni in gomma, autobloccanti, sabbia e ciotoli, cosa indispensabile per i piedi dei cavalli. Come lettiera utilizziamo il pellet o dei materassi in gommapiuma, ancora sconosciuti in Italia ma molto apprezzati in Germania.

Tettoie con visuale

Capannina con uscite di sicurezza e letto in gommapiuma

Grid drenante

Materiale letto in gommapiuma

L’alimentazione in stalla attiva è davvero innovativa: sono state create diverse stazioni per fieno e mangime lontane fra loro per spingere i cavalli a camminare. Sono gestite automaticamente da un computer che apre e chiude ad orari prestabiliti una stazione del fieno “comune” dove ad intervalli di circa due ore i cavalli tutti assieme consumano la loro razione giornaliera di 10 kg di fieno.                          

Altre due stazioni attivate da transponder, permettono di accedere a fieno supplementare quando necessario e anche alla stazione che eroga il mangime. Un microchip che portano al collo contiene le informazioni personalizzate di ciascun cavallo che una volta ogni ora può andare a prendersi una razione di mangime consumando così nel corso delle 24 ore i kg di mangime che gli sono stati assegnati. Nella stagione del pascolo qualche ora a brucare l’erbetta completa la loro agenda alimentare.

Stazione fieno comune

Stazione fieno con transponder

Grazie a questa intervista possiamo solo immaginare quante conoscenze ed impegno siano necessari per gestire un luogo così, ma il beneficio che ne trae il cavallo è incalcolabile. Speriamo che grazie a realtà come queste molti proprietari possano rendersi conto di cosa significa realmente gestire bene il proprio cavallo, non solo quando è in pensione ma anche quando è ancora impegnato in attività sportive. Libertà di movimento e interazioni con i propri simili non sono optional ma la vera base per la salute del cavallo!

Nello scorso articolo abbiamo fatto una breve introduzione al mondo del fieno (te lo sei perso? Leggilo subito sul nostro blog!) .

Ora che abbiamo capito cos’è il fieno e la sua importanza possiamo parlare dei fieni particolari; dal semplice fieno infatti sono stati realizzati prodotti particolari adatti per esigenze specifiche.

Cavallo, Clydesdale, Ritratto, Pascolo

IL FIENO DI ERBA MEDICA: a tutti i proprietari sarà capitato di trovare nel box del proprio cavallo un fieno più verde del solito, è il fieno di erba medica! E’ equivalente al consueto fieno polifita? No!

Il fieno di erba medica è un fieno monofita costituito cioè da un’unica essenza foraggera, l’erba medica appunto, che è una leguminosa come Sulla e Lupinella. Questa tipologia di fieno andrebbe utilizzata come complemento alla normale alimentazione e non come unica fonte di foraggio perché si tratta di un alimento più ricco, in grado di apportare più proteine calcio e magnesio. Somministrandolo senza criterio si può andare incontro ad una sovra alimentazione del cavallo. Il consiglio è di utilizzare il fieno di leguminose per non più del 30% circa del totale, salvo casi eccezionali.

Balle Di Fieno, Paglia, Fieno

IL FIENO HAYLAGE: il fieno haylage, o fieno fasciato, è una tipologia particolare di fieno che, dopo una breve essiccazione, viene avvolto in teli impermeabili. I teli impermeabili trattengono l’umidità che con l’alto contenuto di zuccheri e la mancanza di ossigeno sviluppa un processo di fermentazione. Grazie a questo particolare trattamento mantiene delle proprietà nutritive maggiori rispetto ai normali foraggi, quindi bisognerà somministrarne una quantità minore.  Questo fieno ha un odore ed un colore caratteristico ed è generalmente molto gradito ai cavalli. Può essere un prodotto molto valido per cavalli in convalescenza ed è molto usato per cavalli con problemi respiratori, essendo privo di polveri.

Il vantaggio di questo fieno è sicuramente la qualità costante, possiamo reperirlo infatti durante tutto l’arco dell’anno ed essere sicuri di avere sempre un ottimo prodotto a fronte però di un prezzo elevato. Anche i sacchi meritano qualche accortezza: non dobbiamo assolutamente bucare il sacco, prestando attenzione anche ai fori più piccoli (come quelli che potrebbe fare un gatto con le unghie che decidesse di schiacciare un pisolino proprio sul nostro bancale!), facendo entrare l’aria nella confezione il prodotto potrebbe deteriorarsi nel tempo.

Balle Di Fieno, Balle Di Paglia

FIENI PELLETTATI: Questi fieni sono generalmente polifiti o di erba medica. Il fieno viene tranciato e pressato in diverse forme (da piccoli pellet a cubetti di media grandezza), e spesso c’è l’aggiunta di melassa.

Questi prodotti non dovrebbero mai sostituire il normale fieno a fibra lunga, che è sempre da preferire, ma possono essere utili nei casi in cui non sia reperibile del fieno di buona qualità per sostituirlo in parte o interamente in alcuni periodi. Anche i cavalli anziani con dentatura compromessa possono trovare giovamento da questo prodotto, che può essere anche inumidito e diventare così più morbido. L’assenza di polveri inoltre lo rende un alimento particolarmente indicato anche per cavalli con problemi di allergie.

In questo articolo abbiamo visto che esistono diverse tipologie di fieno, per scegliere la più adatta al nostro cavallo facciamoci sempre consigliare da qualcuno di esperto e ricordiamo sempre le basi: la fibra lunga è da preferire e soprattutto… Non risparmiamo e puntiamo sempre sulla qualità!

E tu hai mai utilizzato queste tipologie di fieno? Lasciaci un commento e raccontaci la tua esperienza!

Se vuoi maggiori informazioni scrivici tramite mail, Whatsapp o con il nostro form di contatto!

Il fieno è l’alimento principe del cavallo, ogni proprietario lo sa.

 Ma quando diamo il fieno al nostro cavallo siamo sicuri di farlo nel modo giusto? Tutti i fieni sono uguali?

Per capire l’importanza del fieno dobbiamo prima ricordare chi è il cavallo!

Il cavallo è un erbivoro monogastrico pascolatore selettivo, ciò significa che in natura passa la maggior parte della sua giornata a brucare l’erba. Questo è ideale per i suoi denti e per il suo apparato digestivo, studiato per ricevere poche quantità di cibo ma in modo costante. Da molto tempo però il cavallo non vive più in sconfinate praterie e la sua quotidianità è scandita dalla routine della scuderia, fatta di orari e di impegni, così anche le sue abitudini alimentari sono cambiate. Il cavallo scuderizzato nella maggior parte dei maneggi riceve il fieno 2 volte al giorno (3 quando è fortunato!) al mattino e alla sera, generalmente prima della razione di mangime. Tutta l’erba e i piccoli arbusti che il cavallo mangerebbe in natura dunque sono sostituiti dal fieno, che deve fornirgli fibra, proteine e lipidi necessari per il suo sostentamento.

Teniamo sempre presenti queste considerazioni che possono sembrare banali invece dovrebbero invitarci a riflettere se la vita che conduce il nostro cavallo e il modo in cui lo alimentiamo sono davvero corretti e fanno la sua felicità!

Innanzitutto…tutti i fieni sono uguali?

Ovviamente no! Esistono fieni monofiti, composti cioè da una sola essenza foraggera come il fieno di erba medica, oligofiti, composti da poche essenze foraggere e polifiti, composti da diverse essenze foraggere come le graminacee. Sono i fieni polifiti e oligofiti la base per l’alimentazione del cavallo mentre i monofiti possono essere un valido complemento, a volte indispensabile.

Importante per la qualità del fieno è anche il periodo di raccolta: il primo taglio del fieno polifita, detto “maggeno”, tende ad essere sottile e ricco di graminacee, le leguminose come i trifogli invece aumentano nel secondo taglio, detto “agostano”.

Più precoce è la raccolta maggiore sarà il valore nutritivo e l’appetibilità del fieno ma anche l’accumulo di carboidrati non strutturati (NSC): questi fieni quindi sono ricchi di zuccheri e non sono adatti per cavalli laminitici, con sindrome di Cushing o diabete; per questi soggetti saranno quindi da preferire fieni raccolti più tardivamente. I fieni più tardivi hanno una maggiore quantità di fibra grezza e lignina, riducendo così il valore nutritivo, appetibilità e digeribilità. La raccolta intermedia, a spigatura iniziata per le graminacee, consente probabilmente di ottenere il miglior equilibrio.

Altro fattore importante da considerare quando si acquista il fieno è l’imballatura: i ballini sono più difficili da reperire sul mercato ma sarebbero da preferire, sia per la conservazione del fieno che generalmente è migliore sia per la praticità di somministrazione, che ci consente di essere più precisi con le dosi. I balloni rotondi sono molto diffusi; anche il fieno dei balloni può essere assolutamente di qualità ma a volte nasconde delle insidie! Se il fieno non è stato essiccato a sufficienza l’umidità resterà “intrappolata” all’interno del ballone, portando allo sviluppo di muffe e compromettendo così il prodotto.

Come faccio quindi a valutare se sto acquistando del fieno di qualità?

Il modo più immediato per valutare la qualità del fieno è osservare il suo aspetto: il colore deve essere verde-giallognolo, la consistenza croccante e non deve mai emanare cattivi odori. Il fieno di qualità è profumato e invitante! Una volta individuato un buon fieno da acquistare dobbiamo somministrarlo in modo corretto al cavallo: le dosi variano a seconda del cavallo e dell’attività che svolge, ma non siamo mai avari nelle razioni. L’ideale sarebbe che il cavallo avesse il fieno a disposizione tutto il giorno, questo oltre a essere ottimale per la digestione tamponando l’acidità gastrica aiuta l’animale ad annoiarsi meno durante le molte ore in box a cui purtroppo tanti cavalli sono costretti. Per aiutarci potremmo anche utilizzare delle reti apposite da lasciare sempre piene; se ciò non è possibile cerchiamo di somministrare il fieno almeno tre volte al giorno.

E i fieni monofiti, come il fieno di erba medica? E la polvere? Il fieno pellettato? E l’haylage? Esistono fieni per cavalli con problemi respiratori?

Il mondo del fieno è ampio, se vuoi le risposte a tutte queste domande continua a seguire il blog o contattami!

In una corretta alimentazione è bene somministrare una o due volte a settimana un pastone al nostro cavallo, più caldo in inverno e tiepido in estate. Ma cos’è e a cosa serve il pastone?

Il pastone è un alimento che nella tradizione veniva preparato in modo casalingo utilizzando crusca e acqua come ingredienti principali, si possono poi aggiungere molti altri ingredienti come carote e mele, semi di lino, miele, erbe aromatiche. L’utilità del pastone tradizionale è quella di favorire la mobilità intestinale grazie alla crusca, ma al giorno d’oggi si trovano in commercio pastoni ricostituenti, pastoni per le vie respiratorie e molti altri prodotti utili e pratici da preparare, basterà inumidirli con acqua e servirli al cavallo.

Se hai voglia di prepararlo tu stesso a casa qui troverai la ricetta di un pastone classico “Crusca e semi di lino”!

STEP 1

Per prima cosa prepariamo i semi di lino: possiamo acquistarli in molti supermercati, possibilmente BIO. Come dose utilizziamo un bicchiere da cucina colmo di semi per ciascun cavallo (1 cavallo = 1 bicchiere). Mettiamo i semi di lino in una ciotola e ricopriamoli con abbondante acqua fredda, accendiamo il fuoco e lasciamo cuocere. Attenzione alla fiamma: meglio tenerla bassa altrimenti i semi di lino una volta arrivati a bollore usciranno dalla pentola! Mescoliamo di tanto in tanto e lasciamo sul fuoco per circa 30-35 minuti, fino a che non si sarà creata una gelatina.

A cosa servono i semi di lino?

Questi preziosi semini sono ricchi di proprietà benefiche per noi e per i cavalli: contengono molti minerali come fosforo, rame e magnesio, proteine, lipidi e acidi grassi polinsaturi (omega 3 e omega 6) e mucillaggini. Hanno proprietà emollienti e regolano la mobilità intestinale. Gli acidi grassi sono fondamentali in quanto l’organismo non ne produce, vanno quindi integrati correttamente con l’alimentazione. Spesso l’alimentazione contiene più Omega 6 che Omega 3, bisogna prestare attenzione che gli Omega 3 vengano integrati correttamente poiché svolgono un’importante azione antiinfiammatoria. I mangimi Brogaarden contengono già al loro interno i semi di lino nel giusto dosaggio, lavorati con un trattamento termico che permette di mantenerne tutte le migliori proprietà. Trovi tutta la linea dei mangimi nel nostro Store.

STEP 2:

Una volta che i semi di lino sono diventati gelatinosi si può spegnere il fuoco e lasciarli raffreddare. Mettiamoli poi in un secchio o mangiatoia e uniamo la crusca fino ad ottenere una consistenza morbida ma non troppo compatta. Mescoliamo e aggiungiamo a piacere mele, carote, miele.

STEP 3:

Lasciamo intiepidire e serviamo al cavallo in sostituzione di una razione di mangime.

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Molto spesso cavalieri e amazzoni anche esperti non sanno bene cosa mangia il proprio cavallo, si affidano semplicemente al maneggio dove il cavallo è scuderizzato senza chiedersi il perché il cavallo mangi un tale alimento piuttosto che un altro. Cerchiamo di fare chiarezza sul sistema digestivo del cavallo e proviamo a capire quali alimenti possono essere ideali per lui.

Il cavallo è un erbivoro monogastrico pascolatore il cui apparato diregente ha una lunghezza di circa 35 metri e una capacità di 110 L. Il primo tratto è l’esofago, troviamo poi lo stomaco (con una capacità di soli 10 L!), il piccolo intestino, il ceco, il grosso intestino, e il retto.

Prima di parlare di digestione è bene parlare di masticazione: le labbra del cavallo sono prensili e tattili, l’alimento viene masticato tramite movimenti laterali e verticali delle mascelle. Il tempo di masticazione dipende dall’alimento, si può passare da 40 minuti circa per mangiare un kg fieno a soli 10 minuti per un kg di concentrato. Una corretta masticazione è fondamentale per gli alimenti ricchi di cellulosa per aiutare il transito attraverso la valvola ileo cecale.

Una volta che il bolo arriva nello stomaco incontra diversi enzimi: pepsina, lipasi gastrica, e una mucoproteina detta fattore intrinseco prodotta dalle cellule parietali. Viene prodotto anche acido cloridrico, che non danneggia la mucosa dello stomaco solo se le cellule mucipare funzionano, producendo un muco denso. Passando poi al tenue si incontrano i succhi pancreatici e la bile che insieme alla produzione degli enterociti formano il succo enterico, formato prevalentemente da enzimi. Da notare che il cavallo non ha la cistifellea perché in natura pascolerebbe buona parte della giornata, e la bile viene prodotta continuamente!

Una volta passato questo comparto si incontra il grosso intestino, simile al rumine, infatti contiene una popolazione batterica utile per il processo digestivo, qui avviene la degradazione dei glucidi (come la cellulosa) e degli amidi che non sono stati digeriti nel tenue, la riconversione delle sostanze azotate e l’elaborazione delle vitamine del gruppo B. Particolarmente importante è il PH, che influenza la flora intestinale, valori ideali sono fra 6.2 e 6.3.

Da questa brevissima introduzione, tutt’altro che esaustiva, possiamo capire quanto sia complesso e delicato l’apparato digerente del nostro cavallo.

I cavalli scuderizzati conducono una vita molto lontana da quella che vivrebbero in natura purtroppo, anche a livello alimentare; infatti molto spesso per esigenze di scuderia ricevono il fieno solo due volte al giorno e porzioni troppo abbondanti di mangimi. Come abbiamo visto il volume dello stomaco del cavallo non è elevato, quindi è consigliabile somministrare più porzioni ma meno abbondanti, e distribuire il fieno di qualità almeno tre volte al giorno. E’ bene ricordare che proprio il fieno, ricco di fibre, deve restare l’alimento principale per ogni cavallo.

 Molto importanti sono anche gli amidi, infatti nel cavallo l’azione dell’amilasi è molto inferiore rispetto ad altri animali, e somministrare grosse quantità di amido può provocare nel tempo notevoli disturbi come laminiti e coliche. Razioni ridotte, alta qualità e bassi livelli di amido sono le caratteristiche di tutti i mangimi che sono proposti nel nostro store: con N8 Optimal Senior Diet per esempio puoi somministrare al tuo cavallo solamente 1.5 Kg al giorno, con un guadagno per la sua salute…e per il tuo portafoglio!